:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 
« torna indietro | leggi il testo | scrivi un commento al testo »

Commenti al testo di Bianca Mannu
Donne di Sardegna

Sei nella sezione Commenti
 

 Anna Gatto - 16/03/2012 21:07:00 [ leggi altri commenti di Anna Gatto » ]

Donne in tutti i momenti della vita.
Donne che, come rocce e approdo sostengono la vita.
Donne, deboli e fragili frammenti appaiono; frammenti uniti dalla colla di un Amore infinito che le rende unica e inscindibile Forza dell’Amore Infinito.

 Giovanni Degli Esposti - 12/03/2012 10:23:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Degli Esposti » ]

E’ un componimento importante, Bianca, quasi un poema (o l’avvio di un poema). L’immagine della donna sarda è scolpita a tratti crudi e realistici, con versi affilati e taglienti (quasi colpi di scure), e si incastona nella storia stessa della tua bellissima isola. Ritrovo le tinte forti dell’amore, del dolore, della passione e del tradimento... in sintesi: quasi della tragedia, che hanno caratterizzato lo stile "verista" della tua illustre co-isolana: Grazia Deledda.
Ho riscontrato anche un respiro molto più ampio che spazia sull’isola, dai nuraghi fino ai giorni nostri, e mi sembra di ri-trovarvi le tonalità arcaiche con cui Pablo Neruda ha intessuto il suo "Canto General" dedicato al Cile e a tutte le culture precolombiane (il tuo accenno all’eldorado mi richiama la Colombia e la sua gente... e anche le sue donne orgogliose e forti). Il centro del canto nerudiano è la cultura "india", perseguitata e discriminata, il centro dei tuoi versi è la donna sarda, vittima di uguali discriminazioni.
Però il discorso, come tu dici alla fine, esce dalle coste rocciose della tua isola per:
"...diventare pure noi gente
d’una umanità più vasta
e non meno inquieta."
Ma soprattutto nel "farci mondo" e:
"... conoscerci e riconoscerci
nel simile e nel dissimile..."
Soprattutto nel dissimile, Bianca, al di là di ogni bieco "razzismo" e discriminazione.
E’ questa la speranza... l’alba nuova con cui sembra chiudersi il tuo canto. Ponendo, oggi come non mai, in rilievo la figura e la dignità della donna, da sempre "matrice" di umanità e troppo spesso misconosciuta. Un’alba nuova? Speriamoci, con forza.

 Censa Cucco - 09/03/2012 06:38:00 [ leggi altri commenti di Censa Cucco » ]

evviva le donne... "temibili custodi d’impietose immolazioni"... bellissimo racconto poetico direi storico delle donne di Sardegna d’un tempo ed oggi cambiate almeno nei gesti e nelle apparenze. Spero conserviate le cose belle ed essenziali come fare il pane e i cesti, i tessuti e tante magie quotidiane senza dover andare al fiume per fare il bucato. Spero riusciate a mediare il meglio del meglio di tutto. Un saluto.